Visitare l’Asinara in maggio rappresenta un privilegio unico. I colori delle maestose fioriture rosse, gialle e fiordaliso contrastano con il turchese intenso del mare creando panorami unici al mondo. Girovagare in bici o a piedi per l’isola in questo periodo dell’anno in cui i turisti sono pochi e l’Isola è popolata quasi esclusivamente da asini bianchi, mufloni e uccelli è impagabile e ti permette di immergerti completamente nella magia del Parco.
Ubicata all’estremità Nord-Occidentale della Sardegna, protesa come il naturale completamento dell’omonimo Golfo, l’Asinara è per estensione la terza isola della Regione.
Con alcuni amici siamo partiti da Stintino con un servizio di taxi boat su piccolo gommone e oltrepassando a Sud l’Isola Piana separata da uno stretto braccio di mare poco profondo, dai colori turchesi e sabbia bianchissima, noto con il nome di “Passaggio dei Fornelli”, l’Asinara appare come un singolare distaccamento del territorio della Nurra costiera.
In una decina di minuti abbiamo raggiunto l’approdo dei Fornelli, da qui è possibile visitare l’isola con vari mezzi. Si può scegliere tra il trenino con la guida, delle piccole auto elettriche in autonomia, con dei fuoristrada con la guida, a piedi da soli o con escursioni guidate, con la bicicletta muscolare o servoassistita in autonomia.
Noi abbiamo scelto le e-bike, non essendo un granchè allenati e volendo cercare di arrivare fino al carcere che dista circa 24 chilometri di continui sali e scendi per un totale di una cinquantina di chilometri tra andata e ritorno, abbiamo escluso le muscolari decisamente troppo impegnative per dei ciclisti della domenica come noi.
Vi è anche la possibilità, e sarà la nostra prossima escursione, di visitare l’Isola in barca a vela o a motore, fermandosi nelle calette più caratteristiche dove fare il bagno e praticare snorkelling, che ci dicono può stupire anche i più avvezzi a tale attività.
Da Fornelli siamo partiti fermandoci praticamente ogni due minuti increduli per la bellezza delle fioriture, dalle mille sfumature di turchese delle calette, dagli infiniti scorci che richiedono di essere immortalati in uno scatto. Che dire poi dei tanti asinelli bianchi autoctoni che pare abbiano dato il nome all’isola e dei più comuni asini grigi importati dai guardiani delle carceri, in questa stagione abbondano i teneri cuccioli di asinelli che le mamme allattano e accudiscono lungo le strade all’ombra di arbusti o di muretti. L’origine degli asini bianchi (Equus asinus var. albina) è ancora incerta, ma la tesi più probabile sembra essere quella di uno sviluppo in loco, conseguente alla manifestazione del carattere ereditario dell’albinismo, fissato nella popolazione per via dell’isolamento
L’isola è costellata da vari edifici che facevano parte del complesso sistema carcerario, molti oggi in evidente stato di abbandono e colonizzati da animali e dalla flora, dove venivano rinchiusi i prigionieri in base alla loro pericolosità. Alla maggior parte dei carcerati era permesso uscire e lavorare, in particolare era molto sviluppata l’agricoltura e la zootecnia, ma non mancavano altre attività come il barbiere, il muratore, l’idraulico e tanti altri mestieri che permettevano alla colonia carceraria di essere pressoché autonoma.
Una parte era dedicata al ben noto carcere di massima sicurezza nel quale erano rinchiusi criminali come Totò Riina, che vivevano in assoluto isolatamente senza la possibilità di comunicare con nessuno nemmeno con le guardie e che potevano godere di una sola ora d’aria al giorno.
Purtroppo questa struttura è in ristrutturazione e quindi non è al momento visitabile.
Abbiamo anche visitato l’Ospedale delle tartarughe dove vengono portati gli esemplari trovati feriti o in difficoltà ad esempio per incidenti con natanti o perché hanno ingoiato ami o altri materiali purtroppo buttati in mare dall’uomo, così pericolosi per questi splendidi e antichi animali così come per tutti abitanti marini.
Durante le escursioni in catamarano in estate è facile scorgere branchi di festosi delfini
e se praticate lo snorkelling l’isola dell’Asinara, da sempre protetta per sua natura dall’insularità e attualmente dai regolamenti vigenti del Parco Nazionale, offre all’osservatore una ricca biodiversità marina, fin dai primi metri di profondità.
Il subacqueo non costituisce più un pericolo e i pesci gli nuotano a fianco indisturbati o appena interessati al sedimento organico sollevato dal fondo al suo passaggio.
Sparidi, cefali e spigole nuotano liberi nella colonna d’acqua, cernie e corvine si contendono gli anfratti più ombrosi delle rocce, mentre le murene strisciano nel coralligeno in cerca di molluschi.
l’Asinara è un autentico paradiso per il birdwatching grazie alla ricca ’avifauna presente durante tutto l’arco dell’anno, a cui si aggiunge la componente migratoria stagionale, .Le pernici sono diffuse, molto più che in altre zone della Sardegna e spesso capita di osservarle a bordo strada, poco prima che spariscano in mezzo alla vegetazione.
I falchi pellegrini nidificano sulle scogliere più alte, gheppi e grillai si possono osservare nelle aree agricole e steppiche mentre cacciano utilizzando il caratteristico volo in spirito santo.
Il canto dei silvidi si alterna a quello degli uccelli acquatici che popolano gli stagni retrodunali. Le gazze, attualmente in espansione in tutta l’area della Nurra, sull’Asinara sono una presenza costante.
I ruderi degli edifici sono spesso occupati da coppie di civette e barbagianni e nelle notti estive non è raro ascoltare i richiami dei succiacapre. I ruderi, sembrano i testimoni di epoche ormai sospese in un limbo temporale.
E’ sempre opportuno ricordare che l’Isola è un Parco Naturale Marino protetto sottoposta a regole piuttosto rigide per permetterne la conservazione. Ad esempio sono vietati i veicoli a motori invece è possibile arrivare con la propria bicicletta anche servoassistita, non è possibile pernottare se non in una delle poche strutture, un ostello e una locanda a Cala Oliva, preposte allo scopo e anche i punti di ristoro non sono frequenti, li potete trovare a Fornelli, a Cala Reale e a Cala d’Oliva. Infine è vietato introdurre animali da compagnia.