5/marzo/2022: Palermo in a day 2

 

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Continuando l’esplorazione di Palermo e avendo in mente sempre il cibo, siamo tornati al Mercato del Capo e passeggiando abbiamo assistito a delle incredibili scene di vita quotidiana di guida palermitana, che ci hanno fatto dubitare delle nostre capacità, queste persone sono in grado di guidare in scenari al limite della sopportazione umana, tanto di cappello.

Nel tragitto verso il mercato, abbiamo avuto la possibilità di passare in vie secondarie e non molte turistiche, che ci hanno portato fino a un mercato dell’antiquariato molto grazioso, nel quale ci siamo persi ad ammirare il lavoro di artigiani locali, e siamo rimasti incantati da vari pezzi della loro abilità manifatturiera, purtroppo per motivi di peso ci siamo dovuti astenere dall’acquistare qualcosa.

Superata la tristezza del non poter portarsi a casa un pezzo di storia di un artigiano locale, abbiamo ripreso il cammino arrivando alla volta del mercato, avendo un obiettivo ben fisso in testa, mangiare il “pane ca meusa”, ossia un panino con all’interno milza, trachea e scarti vari.

Abbiamo optato per il Dainotti’s al Capo, caposaldo dello street food palermitano e vincitore della trasmissione 4 Ristorante Palermo, che ci ha convito grazie all’autenticità che ci trasmetteva da fuori a primo impatto.

Dobbiamo dire però che siamo rimasti un po’ delusi, abbiamo dovuto aspettare 15 minuti prima di ordinare, perché facevano passare avanti persone locali, poi al momento della richiesta del panino ci hanno messo altri 15 minuti, perché avevano un problema con il fornelletto che doveva cucinare la meusa, ma niente di eccessivamente problematico se come noi vi armate di pazienza e di tempo.

Problemi di disorganizzazione a parte torniamo a parlare del panino, ne abbiamo preso uno con il caciocavallo e uno con sale e limone, premettiamo che ha un sapore molto particolare che non a tutti piace (infatti al mio compagno di viaggio non è piaciuto in nessuno dei due casi), ma devo dire che a me è piaciuto molto, soprattutto quello con il caciocavallo.

Finita la nostra parentesi alimentare, volevamo andare a smaltire il nostro pranzo, quindi abbiamo deciso di intraprendere una camminata dal centro di Palermo per raggiungere il Palazzo Cinese, purtroppo, come ci aspettavamo lo abbiamo trovato chiuso, ma questo non ci ha impedito di sbirciare la parte interna del cortile (molto suggestivo) e di guardare la bizzarra architettura decisamente inaspettata in un contesto come la Sicilia.

Passata una mezz’oretta a girovagare nel giardino ombreggiato e fresco della palazzina, abbiamo continuato la camminata con l’obiettivo di arrivare fino alliridescente spiaggia di Mondello, ma il caldo e la stanchezza accumulata ci ha portato i primi segni di cedimento e così abbiamo optato per il più pratico bus, che ci ha lasciato direttamente davanti alla striscia di spiaggia, una volta scesi la nostra idea era una, andare a prendere un caffè per goderci in maniera più attiva la spiaggia sicula.

Abbiamo camminato fino ad arrivare al piccolo paesino nel lembo nord della striscia di costa, ma a nostro malincuore la maggior parte dei bar aperti, erano per turisti, con dubbie materie prime, quindi abbiamo preso da mangiare in quello più grazioso dal punto di visto della posizione, optando per un semplice caffè ed un cannolo a testa, che al contrario del resto della pasticceria ci sembrava più fresco, infatti era abbastanza buono, mai però come quello preso a colazione che era fatto artigianalmente.

Ricaricate le nostre energie, ci siamo dati come obiettivo di fare una bella camminata a piedi nudi in spiaggia e di stenderci un oretta a leggere ed ascoltare la musica con il sole e con la brezza marina che ci accarezzava, era tutto così rilassante che il mio collega si è fatto una pennica e si è risvegliato con il freddo che stava avanzando.

Arrivato il freddo abbiamo deciso di tornare in centro a Palermo, abbiamo preso un autobus nel quale abbiamo notato non c’era la possibilità di fare il biglietto a bordo, per fortuna eravamo muniti di biglietti presi precedentemente.

Tornati in centro iniziavamo ad essere abbastanza stanchi, quindi abbiamo optato per prendere un aperitivo in un bar abbastanza frequentato da ragazzi della nostra età, con il pretesto dell’aperitivo ci siamo fatti consigliare da dei ragazzi un buon forno per prendere dei pensieri culinari per chi ci aspettava a casa.

Ci siamo diretti alla posizione indicata da google maps dove si sarebbe dovuto prendere il bus per l’aeroporto, che però abbiamo scoperto a nostre spese essere errata fin da quando è stata introdotta sul sito. Ora non per fare il puntiglioso, ma secondo me è il caso che la mettiate a posto che dite Palermo? Rischiate di far perdere l’aereo alle persone, per fortuna eravamo partiti per tempo e abbiamo potuto chiamare un’agenzia di taxi (diffidate da taxi non di agenzie, si rischia di strapagare corse).

In aeroporto abbiamo passato i controlli e una volta imbarcati abbiamo tirato le somme sulla toccata e fuga a Palermo e siamo tutti e due dello stesso parere, ottima meta per una fuga, ma una città che alla lunga diventa stancante, dovuto probabilmente a varie problematiche legate alla viabilità, sia per il traffico e lo stile di guida molto poco regolare, sia per i mezzi, che abbiamo potuto constatare non rasentono precisione, infatti abbiamo avuto problemi tra posizione di autobus sbagliate e autobus che o non passavano o facevano ritardo.

Gabriel Betti

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